La parola adolescenza significa “in via di crescita” e quindi in marcia , in moto.
Il primo movimento importante viene dal CORPO, è un cambiamento improvviso, ingovernabile e irrevocabile. Una vera e propria rottura con il passato. Il corpo cambia, si muove, ha pulsioni nuove. E’ un corpo diverso, che ancora il giovane non comprende, che non risponde più all’immagine conosciuta dello specchio. Il CORPO IN TRASFORMAZIONE altera anche l’immagine che il giovane ha di sé, il suo senso di identità.
Alla ricerca di questa “nuova” identità, l’adolescente si inoltra in campi sconosciuti, che lo spingono ad entrare in conflitto con i vecchi miti, che lo portano a fare delle scelte personali e lo costringono a sopportare che accanto all’acquisizione, ci sia inevitabilmente una perdita. E allora l’adolescente ha bisogno di un muro contro cui scagliare la rabbia per la perdita delle comodità del bambino, la perdita di un mondo ideale e così sicuro, e se l’Altro si eclissa, in questo compito fondamentale di sostegno della CRISI, lasciando al singolo il peso della SEPARAZIONE c’è il rischio che il soggetto debba ottenerla nel modo più complesso, vale a dire contro l’Altro.
La crisi adolescenziale è innanzitutto una crisi di senso:
l’adolescente tenta di separarsi da un modello che gli va stretto, di differenziarsi dall’altro, ma questo lo costringe ad abbandonare le certezze della ripetizione, della identificazione, dell’imitazione. Deve trovare un senso nuovo e del tutto personale per costruire la propria vita. La funzione della crisi adolescenziale è anche questa e perciò va colta nel suo potenziale creativo: trovare la propria strada, il proprio modo di stare al mondo non può essere indolore, tanto più che il cambiamento non è solo individuale, ma segna il passaggio ad una nuova condizione in seno al gruppo sociale e il soggetto deve trovare un proprio posto ed un desiderio originale nel legame sociale. È un compito non facile, perché i due desideri vanno in direzioni divergenti: il soggetto vuole differenziarsi dall’Altro, ma anche partecipare, integrarsi e ciò richiede in qualche modo un adattamento alle regole del vivere comune. L’Altro sociale inoltre chiede scelte, responsabilità nuove, nuovi ruoli, ma a sua volta è spesso contraddittorio nei modelli che offre.
Nella modernità l’incertezza è altissima, e mentre mancano confini netti anche tra le generazioni, la FAMIGLIA e la società tendono a scotomizzare oppure ad enfatizzare tutto ciò che è differenza, tutto ciò che è rottura, problematicità, conflitto, non capendo che solo affrontando la crisi e attraversandola il giovane soggetto può trovare il suo modo creativo, originale di diventare un uomo o una donna.